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Prima domenica di Quaresima e riti catecumenali

Alle ore 17.30 in Cattedrale l'Arcivescovo celebrerà la Messa nella Prima domenica di Quaresima >

Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano

Veglia di preghiera per la Pace nel mondo e per il Congo

15 Febbraio

Cammino sinodale e organismi di partecipazione

Dal 27 febbraio al 2 marzo

La Visita pastorale a Medicina

Altre da diocesi e parrocchie

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Giugno 2025

Pellegrinaggi in Terra Santa

Un nuovo pellegrinaggio giubilare in Terra Santa è in programma dal 15 al 22 giugno >

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Suonare la pace a Gerusalemme

Giubileo 2025

Pellegrinaggio diocesano a Roma: gli incontri online di preparazione

Ramadan 2025

Messaggio del card. Zuppi per l’inizio del Ramadan 2025

Altre dalla Chiesa

Cultura e Società

Sabato 8 Marzo

Pellegrinaggio urbano: appuntamento dell’8 marzo

Un itinerario spirituale fra arte, storia e fede che si dipana tra sei chiese del centro storico della città >

Istituto De Gasperi

Per un rinnovamento nella politica

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Torna il “Giovedì dopo le Ceneri”

Sabato 15 marzo

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L’agenda diocesana

12Porte

I servizi e le puntate del settimanale televisivo della Chiesa di Bologna. Interviste, approfondimenti giornalistici e dirette per rimanere sempre aggiornati sulla vita della diocesi a cura dell'ufficio comunicazioni sociali.
In diretta TV e Radio:
GIOVEDÌ
Nettuno Tv (canale 111), ore 21
E'Tv-Rete7 (canale 10), ore 22
TeleradioPadrePio (canale 145), ore 22

VENERDÌ 
Telepace (App e sito), ore 13.30
Trc (canale 15), ore 17
Telesanterno (canale 77) ore 18.30 e 23
Nettuno Tv (canale 111), ore 21

SABATO 
Telepace (App e sito), ore 00.05
Telesanterno (canale 77) ore 7.30
Trc (canale 15), ore 18
Nettuno Tv (canale 111), ore 21

DOMENICA
Telepace (App e sito), ore 06.00
Radio Nettuno Bologna Uno (Bologna Fm 97.00), ore 9
Icaro Tv (canale 18), ore 14.00
Nettuno Tv (canale 111), ore 21

LUNEDÌ, MARTEDÌ, MERCOLEDÌ
Nettuno Tv (canale 111), ore 21

12Porte
Basilica dei santi Bartolomeo e Gaetano in Bologna, venerdì 7 marzo 2025. Veglia di preghiera per la pace in Congo.
Zuppi: pace in Congo (omelia)
Tuti i servizi della puntata di @12porte: 00:00 05:03 Le Ceneri 05:04 13:35 Visita Pastorale a Medicina 13:36 15:04 Consiglio pastorale diocesano 15:05 19:06 Magnificat, scuola di musica a Gerusalemme 19:07 22:13 Istituto De Gasperi "la rete di Trieste" 22:14 25:48 Giovedì dopo le Ceneri 25:49 30:10 Vangelo Prima Domenica di Quaresima
12PORTE 6 marzo 2025
12PORTE - 6 marzo 2025. «Cristo, mia speranza, è risorto» è il titolo del tradizionale incontro del «Giovedì dopo le Ceneri» per preparare l’Annuncio pasquale, organizzato dal Dipartimento di Teologia dell'evangelizzazione della Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna. Giovedì 6 marzo in Seminario sacerdoti, diaconi, seminaristi e studenti della Facoltà hanno partecipato all’incontro che visto due interventi: il primo di suor Melania Gramuglia, dottoranda del Pontificio Istituto biblico, che partendo dal Vangelo dei discepoli di Emmaus e dalla loro disillusione, ha proposto un percorso «Dalla speranza delusa alla speranza rifondata». «La frase “Noi speravamo” in bocca ai due discepoli – ha spiegato suor Gramuglia - ha attirato la mia attenzione nella ricerca. Tre i passaggi fondamentali: prima di tutto capire che cosa sperassero questi discepoli, come mai sono stati delusi e quale ragionevolezza c'era nella loro speranza. Poi ascolteremo le parole dello sconosciuto che a loro si avvicina, che per noi che leggiamo è il Risorto, e cercheremo di capire perché li rimprovera, qual è il punto debole della loro speranza e arriveremo alla fine a vedere come il Signore in cammino con i discepoli rifonda la loro speranza». Il secondo intervento di Andrea Grillo, docente del Pontificio Ateneo di Sant'Anselmo, sul tema «Affinché i doni che oggi riceviamo confermino in noi la speranza. La celebrazione liturgica come evento che rigenera la speranza cristiana». «La liturgia è il linguaggio più elementare del rapporto con Cristo – ha detto Grillo - e questo l'abbiamo riscoperto nell'ultimo secolo. La grande tradizione liturgica era diventata, purtroppo, un elemento estrinseco rispetto alla vita. Ora abbiamo riti nuovi che ci fanno capire non soltanto che il rapporto con Cristo passa attraverso le azioni rituali, ma che le azioni rituali attivano la sensibilità, l'intelligenza in una maniera del tutto particolare. Quindi, per esempio, il ritmo quaresimale e il ritmo pasquale entrano all'interno della esperienza cristiana come “una nuova scuola di preghiera”, per citare la famosa frase con cui Paolo VI ha inaugurato il nuovo corso di celebrazioni all'interno del cattolicesimo». L’Arcivescovo ha portato il suo saluto all’inizio dell’incontro dicendo che viviamo in un mondo in cui ‘è poca speranza e molto fatalismo. «Qualche volta – ha proseguito il cardinale Zuppi - anche tra di noi ci sono molti automatismi, c'è molta accettazione rassegnata, c'è tanta disillusione. Oggi, nelle crisi evidenti che dobbiamo affrontare e con cui ci confrontiamo, la centralità dell'annuncio porta ad essere pieni di speranza». Don Federico Badiali, direttore del Dipartimento di Teologia dell'evangelizzazione, ha ricordato come il tema della speranza sia centrale anche nl prossimo Convegno di Facoltà che si terrà in Seminario dal 18 al 19 marzo e Curato dal Dipartimento di Teologia dell’Evangelizzazione. Maggiori informazioni e programma sul sito wwww.fter.it
Giovedì dopo le Ceneri: l'annuncio di Pasqua è Speranza
12PORTE - 6 marzo 2025: Con la solenne celebrazione del mercoledì delle ceneri, la Chiesa è entrata nel tempo sacro della Quaresima, tempo di penitenza e di rigenerazione con il quale la comunità dei credenti cammina verso la Pasqua. Il Cardinale Zuppi ha presieduto la celebrazione in una cattedrale gremita in gran parte di giovani: in presbiterio anche la comunità del seminario regionale. La Quaresima è un itinerario personale ma anche fortemente comunitario: sentiamo rivolto a noi - ha detto il Cardinale - “l'invito struggente di Dio: ritornate a me, con tutto il cuore. È il suo desiderio che risponde al nostro di trovare speranza”. Un tempo favorevole, la quaresima, che nasce dalla certezza che cambiare è possibile. Quando non si cambia più, - ha detto Zuppi - significa che non c’è speranza. è un tempo per liberarci dalla schiavitù delle apparenze. Il mondo intorno enfatizza l'esteriorità, tanto da scambiarla come realtà. Curiamo le apparenze, addirittura pensiamo che siano quelle le cose vere, quando non è così. Anche per questo il mondo non dà alcun valore alla quaresima. «Riconoscere che noi siamo polvere e in polvere ritorneremo»: questo il senso della imposizione delle ceneri sul capo, nel primo giorno di Quaresima, secondo la liturgia romana: un riconoscimento che, unito alla penitenza, ottiene il perdono dei peccati a una vita rinnovata a immagine del Signore risorto.Le ceneri sono ottenute tradizionalmente bruciando gli olivi benedetti dell’anno precedente, a sottolineare la continuità con il cammino percorso, e quasi a riconoscere la necessità e la possibilità di ricominciare sempre. Incontriamo nella quaresima piuttosto la nostra fragilità e per chiarezza ci prendiamo la cenere per ricordarcelo, perché ce lo dimentichiamo sempre, per fare i conti con il nostro peccato, per imparare a riconoscerlo, a chiamarlo tale, perché vogliamo stare bene, perché vogliamo esserne liberi, perché il peccato ci fa male, perché solo riconoscendoci deboli come siamo, siamo davvero liberi dagli infiniti confronti, risentimenti, esibizioni delle apparenze. Siamo fragili e abbiamo bisogno di perdono e di misericordia. La conversione, la penitenza - ha detto ancora il Cardinale, non è privarsi, ma liberarsi, è cercare l'unica forza che cambia la vita, perché è l'unica forza che vince il male, l'amore, e non un amore qualsiasi, solo di superficie, ma di quello che scende dentro il cuore. Quaresima è dunque tempo di interiorità, così diversa dall'infinito gioco delle nostre sensazioni, sempre in superficie. Con amarezza l’Arcivescovo ricorda che per l’Europa questa è la terza quaresima di guerra. Il pensiero va anche al Papa e ai tanti appelli da lui rivolti, continuando a pregare per lui. Il papa - ha detto - affronta la sua fragilità offrendo a tutti una lezione umana di amore e di dono. Vediamo le conseguenze terribili del peccato. spietate, drammatiche, come la macchina di morte che è la guerra, frutto di tanto peccato, come la violenza che si impadronisce del cuore di tanti, come la povertà e l'ingiustizia, anche alle quali non vogliamo e non possiamo abituarci, che diventano una struttura di peccato. Ecco perché vogliamo entrare dentro noi stessi, scendere nel nostro cuore, trovare cuore.
Zuppi: La terza quaresima di guerra
mercoledì delle ceneri 5 marzo 2025 Cattedrale Metropolitana di Bologna
Zuppi: Omelia per le ceneri
In Cattedrale Messa del Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, con il rito dell’imposizione delle Ceneri
Mercoledì delle Ceneri
12PORTE - 6 marzo 2025 A cura di mons. Andrea Caniato La pagina evangelica di questa domenica ci riporta ai 40 giorni di digiuno, vissuti da Gesù nel deserto. “Era guidato dallo Spirito”, sottolinea l’evangelista: lo Spirito, cioè l’amore stesso di Dio. La Quaresima è tutta qui: lasciarsi guidare dall’amore; non il sentimento che va e che viene, ma la fedeltà di Dio, il dono della sua vita per la nostra salvezza. Ma chi è guidato dall’amore ha da combattere. Ecco perché Gesù subisce gli attacchi del demonio. La vita del cristiano non si muove su un campo neutrale, dove è possibile essere buoni o cattivi… basta volerlo… La buona volontà non basta, perché l’orizzonte delle nostre giornate è inquinato dalla presenza demoniaca del male, che ci trascina verso la caduta e ci allontana dall’amore. Del resto, l’amore se non è provato, non è amore. Il diavolo non si presenta mai per quello che è: noterete come inizia facendo leva sui bisogni legittimi e sacrosanti per insinuarsi nel nostro rapporto con Dio. Arriverà a citare perfino la Bibbia, perché il diavolo è un ottimo teologo, anche se – come capita purtroppo anche ai teologi – non crede in Dio, nel senso che non gli affida la vita, con obbedienza e fiducia, ma crede solo a se stesso e al suo punto di vista. Il vangelo di questa domenica è una “buona notizia” perché ci apre gli occhi sulla realtà e sui suoi inganni e ci attrezza con l’aiuto della grazia di Cristo, a vincere la battaglia decisiva della vita.
Prima di Quaresima: «Condotto dallo Spirito»
12PORTE - 5 marzo 2025: “Mira tu viator historia bella, qui per un serpe ebbe pietosa aitaFederico Barbarossa ond'ebbe vitaper cui qui Medicina ognun l'appella” I versi cinquecenteschi raccontano le origini del toponimo Medicina. Risalirebbe appunto al Barbarossa che profondamente malato trovò la guarigione in un brodo in cui era caduta dentro una serpe. La bestia oltre a migliorare il sapore deve aver conferito un valore terapeutica alla ricetta. È in questa nobile e vivacissima terra di mezzo che il Cardinale Zuppi ha compiuto la sua visita pastorale. Terra di mezzo tra Bologna e Ravenna, come dimostra il titolo del martire San Mamante, venerato dalle truppe dell’esarcato bizantino; terra di mezzo tra la pianura e le acque, con le risaie e le paludi in gran parte bonificate, ma di cui sopravvive un’importante oasi faunistica; terra di mezzo tra Papato e Impero, sempre piuttosto attenta a non lasciarsi troppo controllare da Bologna forte dei suoi privilegi imperiali; Terra di mezzo, non troppo Bologna, e non troppo Romagna, come dimostrano anche le varianti dialettali caratteristiche di questa comunità. Medicina con le sue 11 frazioni alcune delle quali sono parrocchie: Villa Fontana, un tempo comunità autonoma con la sua partecipanza; Fossatone, una piccola cappella che custodisce però antiche memorie di partecipazione, affidate alla cura di mons. Marcello Galletti che è anche moderatore di zona. Sono affidate a don Cesare Caramalli Fiorentina, un tempo terra di risaie dove oggi incombe silenziosa la mole della stazione radioastronomica che capta i segnali radio delle lontane galassie; Buda, antichissima pieve del IX secolo, che nel primo millennio svolse un ruolo importante per la diffusione del Vangelo; Portonovo che deve il suo nome al porto vallivo sottratto a Buda che lo collegava al Po e a Ravenna per il trasporto del sale. Sant’Antonio della Quaderna sorta per volontà dei conti Pepoli a beneficio dei braccianti che lavoravano nelle valli. È don Gaetano Menegozzo il parroco di Ganzanigo, frazione che nel suo sviluppo si sta unendo al capoluogo e un tempo sede di un monastero benedettino. Il Cardinale si è trasferito giovedì sera a Medicina, rimanendo anche fisicamente nelle comunità e condividendo i tempi della preghiera, dell’incontro e della socialità. Il comune di Medicina lambisce i 17000 abitanti, un territorio ricco di acqua e di verde, celebre per le sue patate e soprattutto per le cipolle, nelle tre varianti: dorata, bianca e rossa, ma con la presenza anche di piccole industrie e di artigianato. Un territorio laborioso e vivace, fiero della sua storia, ricco di partecipazione, come dimostra ad esempio, la scelta di celebrare la Messa finale nella struttura di una cooperativa laica, non solo perché l’unica che di fatto poteva contenere insieme tutte le comunità per una celebrazione unitaria, ma perché la Ca’ Nova collabora da anni con la Caritas per la confezione di pasti da distribuire alle famiglie bisognose.
Zuppi in visita pastorale a Medicina
12PORTE - 6 marzo 2025. «Abbiamo visto che nella società italiana c’è una grande domanda dal basso di un modello diverso di fare politica, che definirei un “genere musicale” differente: quello personalista relazionale». È il punto di partenza della riflessione di Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’università Tor Vergata a Roma, uno dei protagonisti dell’esperienza della Rete di Trieste nata dall’ultima Settimana Sociale dei cattolici italiani. È intervenuto venerdì 28 febbraio nella Cappella Ghisilardi di San Domenico all’incontro «Dopo Trieste, Milano, Roma che fare? Non un partito ma un nuovo spartito», promosso dall’Istituto regionale di Studi politici Alcide De Gasperi. «Oggi i generi che vanno per la maggiore – ha spiegato Becchetti - sono quelli populista, radical chic e ultraliberale. Noi pensiamo, invece, che ci sia bisogno di un’altra visione che è ben radicata nella nostra tradizione, cultura e dottrina sociale. A Trieste, durante la Settimana Sociale dei cattolici italiani, un centinaio di amministratori di questo tipo di estrazione è emerso spontaneamente. Al momento sono diventati più di 700 e l’idea è quella di sviluppare questo modo di fare politica, innanzitutto dal basso, a livello locale basato sul modello personalista relazionale». Per Becchetti l’impegno dei cattolici in Italia oggi potrebbe cambiare. «Per molti anni - ha detto in una intervista rilasciata a margine dell’incontro - è stato un impegno che, finita l’esperienza della Democrazia Cristiana, è stato soprattutto concentrato nella società civile, quindi nel terzo settore, nel volontariato e nei corpi intermedi. Oggi però c’è questo desiderio, una volontà di avere un impatto anche nella rappresentanza politica. Vediamo che si può e si deve incidere: in questo ambito sono nate delle idee importanti per il Paese e quindi questa capacità di innovazione politica la vogliamo portare anche nella politica partitica». «C’è bisogno di costruire soggetti nuovi che non siano necessariamente dei partiti, ma dei luoghi dove poter discutere, dove poter essere protagonisti nella costruzione delle politiche amministrative – osserva Cristina Ceretti, consigliera comunale di Bologna e moderatrice dell’incontro -. A Trieste si è aperta una richiesta di senso, di speranza, che molti amministratori hanno voluto cogliere e che nei territori, attraverso la partecipazione, si può costruire ognuno con le proprie pratiche, le proprie modalità, ma con un ascolto che deve essere vero, reale». Giorgio Tonelli, presidente dell’Istituto De Gasperi ha ricordato che «l’esperienza della Rete di Trieste per l’Istituto De Gasperi è un’esperienza doppiamente importante. Innanzitutto perché viene dal laicato cattolico ed è un segno dei tempi; inoltre, perché sui temi della democrazia, della Costituzione e dell’Europa, De Gasperi ha dato un grandissimo contributo e noi vogliamo salvaguardare anche questa memoria». «Le figure di De Gasperi, di Sturzo, di Moro – gli fa eco Becchetti - sono state fondamentali nella nostra storia, perché sono stati capaci di calare questi ideali nei loro tempi. Oggi ispirandoci a queste figure dobbiamo trovare delle traduzioni nuove nell’impegno sociale, economico, politico e non solo». L’incontro è stato anche occasione di confronto e dialogo con diversi amministratori locali.
Istituto De Gasperi, presentata a Bologna «La Rete di Trieste»
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