Edito dalla Pendragon il nuovo libro «Pagine di diario» tratto dagli scritti del parroco di Montasico.
Conoscere i fatti del passato attraverso i racconti dei testimoni che li hanno vissuti aiuta ad accostarsi a quelle vicende con un coinvolgimento speciale, come se si fosse presenti. Nello stesso tempo ogni memoria è condizionata dai percorsi dei decenni successivi che influiscono inevitabilmente sul racconto. La storia della Seconda guerra mondiale nell’Appennino bolognese e in particolare la storia degli eccidi di Monte Sole, ha una fonte speciale, “diretta e per di più non intenzionale”: il diario scritto quotidianamente da don Amedeo Girotti, parroco dal 1921 per mezzo secolo a Montasico di Marzabotto.
Al diario, custodito nell’originale presso la Curia di Bologna, avevano fatto riferimento più studiosi e diverse pagine erano state citate da don Luciano Gherardi nel lavoro di riscoperta della vita e della morte delle comunità di Monte Sole. Ora è pubblicato integralmente all’interno della collana “Diari e memorie del ‘900” dell’Istituto Storico Parri (Edizioni Pendragon) nelle pagine dal 1 gennaio 1944 al 30 settembre 1945. Alessandro Albertazzi ne ha curato la trascrizione e il ricco apparato di note, prima che la morte avvenuta il 23 gennaio 2018 interrompesse il suo prezioso lavoro di ricerca sulla storia della Chiesa e della Chiesa bolognese in particolare. La pubblicazione, arrivata a compimento per la cura dell’amico Alberto Preti e per il lavoro di Alessandra Deoriti, ci permette di attingere a squarci preziosi sulla vita pastorale di un piccolo borgo della montagna Bolognese e su ciò che la guerra sempre più vicina e tragica ha provocato in quella comunità.
“Il filo rosso dell’intero diario è una palpabile fraternità sacerdotale che don Girotti riceve e offre a sua volta, ma che soggettivamente esperimenta come sostegno corroborante, grazia ricevuta nelle prove e antidoto alla sua tendenza a scoraggiarsi” (Introduzione).
Emblematico è il rapporto con don Giovanni Fornasini che spesso passa da Montasico mentre va a sostituire il parroco di Vedegheto e si offre in aiuto anche di don Amedeo, afflitto da una grave forma di congiuntivite. Nelle pagine del diario emerge lo stupore per la carità instancabile di don Giovanni definito “prete omnia”, sempre per il bene della gente; nel contempo Girotti si interroga “sulla prudenza che è necessaria anche nel fare la carità” per non esporsi troppo di fronte ai tedeschi.
In quei mesi difficili il senso di spaesamento è profondo. I pastori si fanno carico a pieno cuore della tragedia, ma non hanno gli strumenti per decifrare la matassa confusa degli avvenimenti che incalzano. Anche l’oggi richiede una riflessione non meno profonda e partecipata per trovare strumenti interpretativi che permettano di avviare processi per un futuro diverso.
don Angelo Baldassarri