«La tradizione liturgica ha dato una impronta inconfondibile alla nostra Chiesa locale: essa è un giardino da coltivare con rinnovato amore e passione, senza mai rassegnarci a stanchezze e pigrizie che – anche quando non degenerano in abusi – finiscono per indebolire la forza formidabile della liturgia da cui nasce e sempre si edifica la Chiesa».
Sono le parole conclusive del Decreto con il quale il cardinale arcivescovo ha dato attuazione in diocesi al motu proprio dello scorso 16 luglio dal titolo «Traditionis Custodes», sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla riforma del 1970, con il quale il Papa regola la celebrazione della Messa, secondo l’edizione del Messale Romano del 1962.
Il cardinale rileva come la celebrazione avviata nel 2007, nella Chiesa di Santa Maria della Pietà, risponde già alla caratteristiche previste dalle disposizioni di papa Francesco e pertanto ne autorizza la prosecuzione domenicale e festiva, sotto la responsabilità pastorale di monsignor Massimo Mingardi al quale è affidata la celebrazione.
L’arcivescovo stabilisce anche che il rito abbia luogo nella chiesa di Santa Maria della Pietà, in attesa di individuare una chiesa non parrocchiale idonea.
Riprendendo ancora il testo normativo del Papa, il cardinal Zuppi coglie l’opportunità di esortare con forza ad un rinnovato impegno perché «perché ogni liturgia sia celebrata con decoro e fedeltà ai libri liturgici in cui si rispecchia la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, senza eccentricità che degenerano facilmente in abusi».
Andrea Caniato