Le riflessioni di don Stefano Culiersi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, e di monsignor Federico Galli, delegato diocesano per il Giubileo
Domenica prossima, 1 dicembre, sarà la prima domenica di Avvento, inizio dell’Anno liturgico e del periodo liturgico di preparazione al Natale, incentrato sul primo Avvento, appunto, del Signore nell’umiltà della condizione umana e sul suo secondo Avvento, il ritorno glorioso alla fine dei tempi. Sul significato e l’importanza di questo periodo, il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Stefano Culiersi, afferma che «Il ritorno del Signore Gesù Cristo è l’ultima pagina della storia umana, capitolo finale della vicenda di tutti. Come sempre accade, senza la pagina finale non si capisce granché di quello che succede prima. In un film, saremmo portati a credere che il male vinca, solo perché la scena che abbiamo davanti agli occhi questo racconta. Così anche adesso potremmo rimanere ingannati dalle ingiustizie presenti nel mondo, se non conoscessimo il ritorno del Signore che premia il bene e la perseveranza, condanna il male e la connivenza».
«Noi dunque – conclude don Culiersi – abbiamo speraza davanti al mondo proprio perché celebriamo l’Avvento, il ritorno del Signore, facendo esperienza nel rito dell’evento che ricapitolerà tutta la storia. Vigilando nella preghiera, credendo alle profezie bibliche, sedendo alla mensa eucaristica, noi pregustiamo il ritorno di Cristo. Nell’imminenza del Natale, il nostro desiderio di Lui si arricchirà dell’attesa dei protagonisti di quella prima venuta: Zaccaria, Elisabetta, Giuseppe e soprattutto Maria».
Quest’anno l’Avvento assume un significato particolare anche per l’imminente apertura del Giubileo 2025. «Sarà anche per tutti noi la preparazione immediata all’inizio del Giubileo 2025 – ricorda don Federico Galli, delegato diocesano per il Giubileo – che si aprirà per la Chiesa Universale il 24 dicembre e per le Chiese Locali domenica 29 dicembre, Festa della Santa Famiglia».
«Il tema del Giubileo “Pellegrini di Speranza” si collega fortemente al tempo liturgico dell’Avvento – prosegue don Galli -, durante il quale, come ci ricordano i Padri della Chiesa, celebriamo la triplice venuta del Signore: la sua incarnazione, la sua seconda venuta nella gloria, la sua presenza continua in mezzo a noi. Proprio la predicazione di Giovanni Battista ci ricorda come il “Veniente” sia una delle caratteristiche principali di Gesù Cristo nel suo Natale: probabilmente si tratta di un vero e proprio titolo con cui la comunità cristiana primitiva indicava il Figlio di Dio. Il Tempo della venuta, o del Veniente, ci aiuta a riscoprire ogni giorno l’agire di Dio per noi e per la nostra salvezza: è questo il fondamento della nostra speranza».
E nel clima di attesa e speranza proprio dell’Avvento e della preparazione al Giubileo si è posta anche la prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia, che si è tenuta a Roma ed è stata presieduta dall’arcivescovo Matteo Zuppi, presidente della Cei e da monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale.
Nelle Conclusioni dell’Assemblea, il Cardinale ha detto di sentirsi pieno di «sobria ebbrezza». Un’ebbrezza consapevole, cioè, della realtà a volte difficile e dei nostri limiti, ma anche «entusiasmo per un’esperienza sempre creativa e nuova dell’amore del Signore. Non abbiamo capito tutto! Sappiamo che c’è la Provvidenza, che il Signore ci mostra tanti germogli. Già vediamo i frutti dello Spirito, ma questo avviene solo dopo che abbiamo gettato abbondantemente nella terra degli uomini il seme della Parola, anche quando appare inutile». E ha esortato: «Non affanniamoci per quello che non vale, ma pieni della forza del Signore liberiamoci dalle misure avare, mediocri, suggerite dalla tiepidezza. Ebbrezza è la passione che permette di costruire umilmente relazioni intorno al Signore, case, comunità umane, relazioni di amore. Tutto inizia con il filo d’oro dell’amicizia, che è possibile a tutti».
In occasione del tempo di Avvento, inoltre, a partire da domenica 1 dicembre Bologna Sette ospiterà alcune riflessioni di monsignor Stefano Ottani, Vicario Generale per la Sinodalità, nella sua rubrica «Conversione missionaria».
Chiara Unguendoli