La notte tra Sabato 19 e Domenica 20 ottobre, per la terza volta nel giro di un mese, il territorio del comune di Budrio si è visto sommergere dalle acque tracimate dall’Idice. Ma per la prima volta, a essere colpiti sono stati proprio alcuni quartieri del paese di Budrio. Nel giro di poche ore, le strade hanno iniziato a somigliare a fiumi in piena, e le case sono state invase dal fango. Ognuno ha cercato di salvare le proprie cose, e poi – grazie ai filmati fatti girare sui social e su whatsapp – un “controfiume” di persone si è riversato verso le vie colpite per aiutare familiari, amici o perfetti sconosciuti. Fra questi, tanti adolescenti e giovani, alcuni dei quali hanno accettato di condividere una piccola testimonianza.
«Ero a casa mia a dormire perché per fortuna a me si è allagato solo il giardino, e mi sono sentito fortunatissimo. Ho dato una mano il 20 a casa di amici perché mi sentivo in dovere di aiutare chi non era stato fortunato come me. Ho paura che non sia finita qui e temo che se non ci tuteliamo anche noi non la scamperemo di nuovo, e in più provo veramente tanto dispiacere per i poveretti che avranno settimane infernali per via di questo disastro». (Leo, 22 anni)
«Domenica mattina mi sono svegliato con la notizia del allagamento a Budrio inizialmente non pensavo fosse nulla di grave. Nel giro di pochi minuti sono iniziati a girare i primi video e lì ho capito che la situazione era critica così ho deciso di scrivere ai miei amici di quelle zone per sapere se avessero bisogno. Così sono uscito alle 9 di mattina e per tutto il giorno ho aiutato persone che erano in difficoltà. Sono cose che anche se non mi hanno colpito in prima persona mi hanno fatto piangere il cuore perché non sono facili da affrontare». (Leonardo, 16 anni)
«Quando è arrivata l’acqua ero in casa, stavo dormendo. Mia madre alle 4 del mattino è corsa in camera mia per svegliarmi e dirmi che stava arrivando l’acqua. Mi sono dovuta vestire in fretta e furia per andare a spostare macchina e moto dal garage. L’acqua è arrivata fino sotto il mio condominio, la strada era impossibile da intravedere. Ho chiamato subito i miei amici e il giorno dopo sono andata ad aiutarli per pulire e svuotare garage e cantine. Se cammini per quelle strade è impressionante vedere la quantità di elettrodomestici, mobili e oggetti rovinati dall’acqua lasciati ai margini delle strade, sui marciapiedi. Passa il tempo e la situazione peggiora, bisogna fare qualcosa per evitare queste situazioni d’emergenza». (Emma, 18 anni)
«Sabato sera ero rimasta a dormire da una mia amica, poi verso le cinque di mattina ci chiama suo padre, dicendo che dovevamo andare a portare al primo piano tutte le cose preziose ed elettriche. Per fortuna in casa non è entrato niente ma fuori l’acqua arrivava al ginocchio più o meno. In quel momento mi sono allarmata tanto ma mi sono resa conto della situazione solo la mattina dopo, quando con dei miei amici siamo andati a vedere la situazione. Ad un certo punto un mio amico dice che c’è bisogno a casa di un suo compagno di classe e decido andare ad aiutare per spalare il fango. Ho visto persone che piangevano perché avevano perso tutto e così ho deciso di aiutare il più possibile. Adesso la situazione è ancora grave e penso che bisogna solo aiutare dove si può». (Chiara, 15 anni)
Fra Giacomo Malaguti