L'evento si è svolto in San Petronio

«Memorare ’24», nel segno della pace

Una cronaca della serata di musica e danza

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

L’evento ha visto collaborare Comune, Arcidiocesi e Teatro Comunale dando vita all’intuizione di Vittoria Cappelli

Il servizio di Tv2000 andato in onda a Tg2000 del 20 settembre 2024 

È stato dedicato a «Le vie della pace» la seconda edizione di «Memorare», la serata di musica e danza svoltasi nella suggestiva cornice della Basilica di San Petronio la sera del 16 settembre. Nato da una intuizione di Vittoria Cappelli, la prima edizione di Memorare si tenne due anni fa come inno alla speranza nel periodo del post Covid. Questa volta il focus è dedicato alla richiesta della fine di ogni conflitto, anche nell’ambito del prossimo Giubileo, «Pellegrini di speranza», del quale l’appuntamento è stato uno degli eventi preparatori.

Alla serata, la cui direzione artistica è stata affidata a Valentina Bonelli e don Stefano Culiersi, oltre alle autorità civili e militari, al Sindaco di Bologna e al Cardinale Arcivescovo, ha partecipato anche Andrii Yurash, Ambasciatore d’Ucraina presso la Santa Sede. I fondi raccolti nel corso della serata in collaborazione con la Caritas bolognese, infatti, saranno devoluti ai profughi delle guerre in Ucraina e in Terra Santa. «Ringraziamo di cuore chiunque abbia dato un contributo – ha detto don Matteo Prosperini, direttore della Caritas diocesana –. Oltre ad aiutarci ancora una volta nell’accoglienza a quanti scappano dalla guerra d’Ucraina, questi fondi serviranno anche per i civili vittime della guerra in Terra Santa e, particolarmente, per quelli di Gaza». «In questa serata – afferma Cappelli – attraverso la cultura abbiamo parlato di pace e fratellanza: è stato questo lo scopo dell’evento, tra l’altro arricchito dalla lettura di alcuni passaggi dell’Enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco. Una parola rivolta a tutti, un messaggio aperto a tutta la cittadinanza».

«Questa è stata anche l’occasione per inaugurare, con un po’ di anticipo, il periodo preparatorio che ci condurrà al Giubileo – spiega don Culiersi –. Lo abbiamo fatto entrando in questo autentico desiderio di speranza che abbiamo voluto condividere con tutti».

«È stata una serata molto speciale per me – confida il ballerino Sergio Bernal -. Per la prima volta nella storia della danza, il Padre Nostro è stato interpretato ballando e proprio io ho avuto il privilegio di eseguirlo. Questa è stata la mia preghiera, un momento spirituale davvero potente e importante per me dal punto di vista umano».

Presente alla serata anche monsignor Stefano Ottani, vicario generale per la Sinodalità. «Sono convinto – ha detto – che se ci rendessimo pienamente conto del valore straordinario rappresentato dall’arte, saremmo spinti a tutelarla maggiormente, a partire dalle persone. Stasera non solo proseguiamo questo cammino, ma lo facciamo consolidando questa prospettiva».

Dell’importanza del progetto «Memorare» per il Comune di Bologna ha invece parlato il sindaco, Matteo Lepore. «La nostra è una città impegnata da sempre per la pace – ha sottolineato –. Questa volontà viene ribadita anche in questa occasione, con il linguaggio della danza e, in generale della cultura. Per questo voglio ringraziare l’Arcidiocesi, il Teatro Comunale e tutti coloro che, in modi diversi, hanno reso possibile tutto questo».

«Arte e spiritualità hanno sempre viaggiato insieme – ha affermato il cardinale Matteo Zuppi –. È un bel “mix”, per certi versi anche coraggioso, e credo ci aiuterà a meditare per far sì che la bellezza non venga profanata da qualsiasi forma di violenza». Alla serata, su invito del cardinale Zuppi, ha partecipato come dicevamo anche Andrii Yurash, Ambasciatore d’Ucraina presso la Santa Sede. «Voglio ringraziare tutti – ha detto il diplomatico -, perché anche eventi come questo non solo sono belli ed emozionanti, ma rappresentano un modo per aiutare il mio Paese e il suo popolo: questi messaggi spirituali non sono solo per la bella Bologna, ma per gli abitanti di tutte le Nazioni».

Marco Pederzoli

condividi su