Il dialogo si è svolto su due giorni alla Biblioteca universitaria e al lapidario del Museo civico medievale
Il canto nella Chiesa bolognese tra i secoli XI e XV: un prezioso evento promosso da “Il saggiatore musicale” e dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, ha gettato una luce sulla vita liturgica e musicale della Chiesa di Bologna, attraverso interventi incrociati di medievalisti, storici dell’arte e musicologi che hanno condiviso i loro studi sui preziosi codici musicali provenienti dalle grandi chiese cittadine e dalle comunità monastiche e religiose del medioevo.
Il convegno, che ha avuto luogo in due giorni presso la Biblioteca universitaria e presso il lapidario del Museo civico medievale, è stato curato da Fabio Massaccesi, storico dell’arte medievale, e da Cesarino Ruini che all’ateneo ha tenuto le cattedre di Storia della Musica medievale e rinascimentale e di Paleografia musicale. La registrazione integrale degli interventi è disponibile nel canale YouTube del Dipartimento delle Arti. Oggetto della riflessione sono stati il contesto storico-ecclesiale di un epoca che registra un grande fiorire dell’attività liturgico musicale, le antiche influenze della metropolia ravennate, lo sviluppo delle tecniche di notazione musicale nelle fonti bolognesi e le connessioni con analoghi contesti italiani, il valore spirituale, ma anche politico delle immagini nelle miniature dei codici della Cattedrale, di San Petronio e dei monasteri bolognesi, con incursioni anche sulla fruizione acustica del canto liturgico nelle Chiese bolognesi, in particolare la primitiva cattedrale romanica di San Pietro. (Cesarino Ruini, Il saggiatore musicale) Il codice Angelica 123 occupa un posto di primo piano come testimonianza della vita liturgico-musicale della Chiesa episcopale bolognese nell’XI secolo. (Giusi Zanichelli, Università di Salerno).
Nel secolo XV la Cattedrale di San Pietro, con il suo capitolo, fu coinvolta in una importante riforma voluta dal vescovo beato Nicolò Albergati. (Riccardo Parmeggiani, Università di Bologna) Nicolò di Giacomo, attivo a Bologna nella seconda metà del ‘300 è stato uno dei miniatori più importanti e prolifici. Nell’atrio della Biblioteca Universitaria è disponibile fino al 20 luglio l’esposizione di alcuni dei capolavori da lui realizzati, in particolare in ambito liturgico-musicale. (Fabio Massaccesi, Università di Bologna) L’Archivio della Cattedrale custodisce preziosi libri di canto che sono stati studiati nell’apparato figurativo delle miniature. (Gianluca del Monaco, Università di Bologna) Adiastematica: questa in termini tecnici la caratteristica della primitiva notazione musicale, testimoniata anche dal codice Angelica 123: la notazione non indice il valore degli intervalli tra i suoni, che erano trasmessi per via mnemonica, ma contenevano indicazioni per l’interpretazione espressiva. (Milena Basili, Università di Bologna) Il coro Musica Enchiriadis, diretto da Pia Zanca, specializzato nella monodia liturgica medievale, ha offerto un pregevole saggio di brani ritrascritti dagli antici codici cittadini.