Auditorium di Illumia

«Aiutate la Chiesa perseguitata in Iraq»

Preghiera, informazione e azione sono i tre mezzi con cui sostenere la Chiesa in Iraq

 L’associazione culturale Incontri esistenziali  e la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), in collaborazione con l’Unione Giuristi cattolici italiani – Sezione di Bologna, hanno organizzato giovedì scorso un importante appuntamento dal titolo «Esodo e rinascita. Dialogo e testimonianze sull’Iraq cristiano».

Ospite dell’incontro monsignor Felix Dawood Al Shabi, vescovo di Zakho dei Caldei nel Kurdistan iracheno, che ha dialogato con Gianni Varani, direttore di Incontri esistenziali e con Maurizio Giammusso, responsabile per Milano e il Nord Italia di Acs. L’incontro è stato dedicato alla realtà della persecuzione e discriminazione delle minoranze cristiane in Medio Oriente, che, già estremamente esigue, si avviano verso la completa estinzione. «Eravamo 4 milioni prima dei tragici fatti del terrorismo – ha detto Al Shabi – ed oggi siamo solo 250mila. Basti pensare che alla metà degli anni ‘70 le minoranze cristiane in Iraq rappresentavano circa il 4% della intera popolazione; oggi rappresentano poco più dello 0.4% del totale: una decimazione, causata dalle condizioni di indigenza, dalla difficoltà di accedere all’istruzione, dall’emarginazione e dalla minaccia costante alla sicurezza. Tutti fattori che spingono i pochi cristiani rimasti ad una continua emigrazione dalla loro terra di origine». L’incontro si è tenuto nell’Auditorium di Illumia, ed ha visto la partecipazione anche del patron della società Francesco Bernardi e del già presidente della Corte di Appello di Bologna Giuseppe Colonna.

Nel corso dell’incontro monsignor Dawood Shabi ha raccontato anche l’esperienza del cugino don Ragheed Ganni, ucciso da terroristi nel 2007 a Mosul e del quale è in corso la causa di beatificazione. L’associazione culturale Incontri esistenziali, dal 2015 è promotrice a Bologna di incontri, mostre, concerti, e spettacoli per raccontare esperienze personali e professionali che rispondano al senso di inquietudine che muove il mondo e agli interessi esistenziali di cui questi incontri sono testimonianze.

In rappresentanza di Aiuto alla Chiesa che soffre era presente Maurizio Giammusso, che ha illustrato i tanti progetti umanitari, pastorali e di edilizia religiosa di enorme portata che l’associazione sta portando avanti a sostegno della Chiesa perseguitata in Iraq. Il programma «Ritorno alle radici» ha fornito, tra il 2014 e il 2020, aiuti per circa 48 milioni di Euro alle popolazioni sfollate e ha consentito la ricostruzione di gran parte dei 363 edifici religiosi distrutti dall’Isis e di oltre 14mila case. Attualmente assume particolare rilievo il progetto per il finanziamento delle borse di studio per gli studenti dell’Università Cattolica di Erbil,  capitale del Kurdistan Iracheno che ha accolto migliaia di sfollati interni nel periodo 2014 – 2016; a motivo di ciò Acs è impegnata in progetti di edilizia scolastica e di sostegno allo studio.

«Molti mi chiedono come ci possono aiutare – ha concluso il vescovo Al Shabi – . rispondo: anzitutto con la preghiera, che è lo strumento più forte; poi con la formazione e l’informazione: dovete sapere cosa succede nei nostri Paesi, dove la Messa non ha un orario specifico per evitare attentati e le persone decidono l’orario all’ultimo momento con lo scambio telefonico, oppure dove si rischia la vita a fare catechismo o a professare la fede o a convertirsi. In 25 anni di sacerdozio non ho mai fatto un Battesimo di un convertito. Ed infine con l’azione, sostenendo economicamente i nostri progetti, anche grazie ai contributi ad Acs».

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