La vivace comunità dei cattolici srilankesi di Bologna, che conta numerose famiglie giovani con tanti bambini, ha celebrato domenica la festa che conclude l’anno pastorale e che è dedicata alla Vergine Maria.
Gli srilankesi si riuniscono presso la Parrocchia di Sant’Antonio Maria Pucci, e contano sulla presenza di un cappellano, don Sisira Priyashantha.
Terminata la Messa domenicale, la comunità ha dato vita ad una variopinta processione con una immagine della Madonna.
Nella religiosità popolare dei cattolici srilankesi, le bandiere hanno un grande ruolo: agli inizi della evangelizzazione del paese chiamato “Lacrima dell’India”, i credenti potevano contare sulla presenza di pochi sacerdoti.
Quando un prete giungeva ad un villaggio, si collocava in posizione ben visibile una bandiera che segnalava la sua presenza.
Oggi la presenza di bandiere indica la celebrazione di una festa: il bianco e l’azzurro segnalano che la festa è dedicata alla Madonna.
Il pensiero e la preghiera sono andati in particolare alla situazione molto preoccupante e delicata che sta vivendo lo Sri Lanka.
Nel disinteresse quasi totale dei mezzi di informazione occidentale, il paese è precipitato negli ultimi anni in una profonda crisi sociale ed economica, determinata dalla pesante corruzione che affligge la classe politica.
Le autorità si mostrano anche sorde all’esigenza di una seria indagine giudiziaria sugli attentati che nella Pasqua del 2019 furono compiuti contro importanti chiese cattoliche del paese e che provocarono 272 morte e oltre 500 feriti.
La Chiesa cattolica costituiscono una piccola minoranza di meno dell’8%, che gode però di molta credibilità per il suo impegno in ambito educativo, sanitario e sociale.
I vescovi del paese hanno lanciato un pressante allarme per il pericolo che la crisi economica possa scatenare fenomeni di violenza.
Un riforma della Costituzione ha concentrato troppo potere nelle mani del presidente, moltiplicando di fatto fenomeni di corruzione in molti ambiti della società.
“L’aumento sfrenato dei prezzi dei beni di prima necessità, la scarsità e l’accaparramento – hanno scritto i vescovi cattolici del paese – hanno gravi ripercussioni sulla vita quotidiana delle persone che sono costrette a lunghe code per le strade”.