BOLOGNA – Fare presto e fare bene. Questa l’estrema sintesi di quanto emerso giovedì 18 giugno nell’Aula «Santa Clelia Barbieri» dell’arcivescovado, in occasione della conferenza «8xmille strumento utile anche nella pandemia». Organizzata dal Servizio diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica – Sovvenire in collaborazione con l’Ordine e la Fondazione dei commercialisti di Bologna, il dibattito si è svolto in parte in presenza e in parte in collegamento streaming.
La Chiesa al servizio della città degli uomini al tempo del Coronavirus. Questo il tema di fondo che ha delineato il susseguirsi degli interventi, coordinati dall’incaricato diocesano per il Sovvenire Giacomo Varone.
«La Chiesa che è in Italia ha rinnovato il suo impegno, in un momento tanto delicato, con un’autentica “carezza di consolazione” fattiva ed operosa tramite le parrocchie e le Caritas diocesane. Anche così abbiamo potuto costruire un puzzle che vuole rappresentare due mani tese – ha concluso – , fatto anche da piccoli gesti che, come ricorda papa Francesco, sono il contraltare delle “mani in tasca dell’indifferenza”».
Da remoto è poi intervenuto Mauro Magatti, sociologo ed economista all’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Mentre l’emergenza sanitaria ci ha resi un corpo unico, anche perché tutti preoccupati dalla possibilità del contagio, l’emergenza economica rischia di dividerci. Per recuperare l’immagine proposta dalla preghiera del Santo Padre in una piazza San Pietro deserta – ha sottolineato – ora il pericolo è che ognuno si ritrovi su una barca più o meno attrezzata e lì rimanga, invece di sentirsi tutti sulla medesima imbarcazione».
Eppure tanti sono stati e continuano ad essere gli slanci di generosità emersi in questo periodo emergenziale. Lo ha ricordato, ancora una volta in streaming, il presidente della «Bologna Business School» Massimo Bergami. «Per quanto riguarda più strettamente il sistema dell’8xmille – ha aggiunto – credo che sia necessario insistere su due punti essenziali: la professionalità nella gestione e la trasparenza circa l’utilizzo. Il discorso è assolutamente generale – ha puntualizzato –, ma si fa fondamentale come incentivo per le persone affinché donino».
Proprio l’atto di poter donare parte del proprio gettito fiscale, volontariamente e ad un ente ritenuto affidabile, è stato il filo rosso dell’intervento del tributarista e docente dell’Alma Mater Francesco Tundo. «Spesso non lo si avverte, ma si tratta di uno strumento di partecipazione democratica enorme – ha detto –. E’ anche un “unicum” in fatto di democrazia diretta in ambito fiscale, del quale più spesso dovremmo prendere coscienza».
La Chiesa di Bologna si è fatta prossima ai fragili e ai vulnerabili durante la pandemia anche grazie al «Fondo San Petronio», come ha spiegato il direttore della Caritas diocesana don Matteo Prosperini. «Il Fondo, fortemente voluto dal cardinal Zuppi, vuole essere una risposta per coloro che la pandemia ha messo in una situazione di difficoltà impensabile prima del suo esplodere.
Più di 2300 le richieste arrivate sinora e 500 ritenute erogabili per un aiuto concreto che, se usato con intelligenza, può aiutare queste persone a trovare stabilità». Nelle conclusioni, affidate al cardinale Matteo Zuppi, l’arcivescovo ha sottolineato come «il pensare al sostentamento della Chiesa sia un bene per tutti, consacrati e laici. La pandemia ci aiuta a ritrovare l’essenziale, a percepire il senso autentico di quel che facciamo e per chi lo mettiamo in opera».