BOLOGNA – Dallo scorso 4 maggio ha riaperto i battenti il cimitero monumentale cittadino e la chiesa di San Girolamo della Certosa, che torna ad ospitare i funerali seguendo precise norme di sicurezza. Il cappellano, padre Mario Micucci, ci accompagna alla scoperta di questo polo spirituale con un’intervista disponibile integralmente su Avvenire-BolognaSette.
Padre Mario, dopo quasi due mesi di sosta riprendono le celebrazioni delle esequie, un fatto importante soprattutto in un posto come quello in cui ci troviamo ora: la Certosa.
In questi giorni abbiamo ripreso, dopo l’inizio della “Fase 2”, la celebrazione dei funerali all’interno della chiesa di San Girolamo. Si tratta infatti di una chiesa grande, dove le quindici persone indicate dal nuovo Decreto possono tranquillamente stare. Il tutto è stato preceduto dalla sanificazione degli ambienti, così come dall’acquisto di un termoscanner. Il ritorno dei funerali in chiesa è per tutti noi un’emozione particolare. È evidente anche dai volti di coloro che vi partecipano: insieme all’ovvio dolore per il caro defunto il raccoglimento e la commozione sono evidenti, peché finalmente possono nuovamente mettersi davanti al Signore e – come comunità – pregare per il commiato dei propri cari. È stato invece fonte di grande dolore non poter aver accesso alla chiesa, nelle settimane passate. Il rito era limitato alla benedizione nello spazio antistante l’edificio, ma già questo bastava per i congiunti del defunto consci del fatto che in molti non avevano potuto beneficiare nemmeno di questo momento.